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Vera(mente) Torino: l'aperitivo

 

 

La nostra guida Vera ci racconta le curiosità e le particolarità di Torino

L'aperitivo - o meglio l'apericena - è un rituale al quale i Torinesi sono molto affezionati fin dall'800. Verso l'orario di cena, ci si ritrova in bar e locali per prendere un bicchiere di vino, una birra o un cocktail insieme agli amici, e mangiare qualcosa grazie agli abbondanti buffet che i locali normalmente preparano, offrendo tutto a un prezzo fisso tra i 10 e 15 euro.

Da San Salvario, al Quadrilatero a Piazza Vittorio Veneto, non c'è quartiere di Torino che non rispetti questa tradizione.

Partiamo dalle basi: il drink. 

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Un tipico aperitivo torinese

Correva l'anno 1786 e un aiutante di bottega, Antonio Benedetto Carpano, decide di ricavare dal moscato - uno spumante dolce e aromatico (dal latino muscum, ovvero muschio) - un vino aromatizzato aggiungendo erbe e spezie che ha conosciuto da alcuni frati del suo paese natale. Nace così il Vermouth. Questa nuova bevanda conquista subito i Torinesi che cominciano ad affollare il piccolo locale di Carpano in Piazza Castello e per quasi 140 anni diventa uno dei punti di ritrovo più frequentati della città.

Il Vermouth è prodotto con vino bianco più un infuso di erbe e spezie di oltre 30 specie diverse ed è reso più dolce grazie all'aggiunta di zucchero, ma senza uso di coloranti. C'è anche la versione più amara, il Punt e Mes, che risale al 1870. La leggenda racconta che un giorno nella bottega di Carpano un gruppo di agenti di borsa discuteva sull'andamento della giornata. Uno di questi nell'intento di ottenere un Vermouth corretto con una mezza dose di china - un liquore di colore scuro ottenuto dalla pianta china - ordina un Punt e Mes. Il Vermouth è ottimo bevuto liscio o come dissetante allungato con l'acqua, ma sempre molto freddo.

Non ci dobbiamo dimenticare che tra i più famosi cocktails - come il Manhattan, il Martini Cocktail e il Negroni - c'è un po' della maestria di Torino, c'è il Vermouth.

Ma con cosa accompagniamo il Vermouth? 

Tipici torinesi sono taglieri ricchi di saporiti formaggi delle zone limitrofe come il Brus, proveniente dalla zona vicino a Cuneo. Il Brus viene ottenuto impastando gli avanzi di vari formaggi (per lo più le croste) con poco latte fresco, oppure c'è la Robiola di Roccaverano, unico formaggio DOP italiano che viene prodotto con latte caprino. 

Questa tradizione dell' apericena ha origini umili e antiche.

La Merenda Sinoira è il suo antenato. Durante l'800, durante le faticose giornate di lavoro nei campi dei contadini piemontesi, intorno le 17 le donne portavano ai mariti una "merenda" prima della cena, intorno alle 21. "Sina" in Piemontese infatti significa cena. La merenda sinoira comprende almeno cinque o sei portate, accompagnate da un fiasco di vino rosso. C'erano tutti i prodotti tipici della zona, come la toma fresca, oppure salumi, frittate di patate, verdure sott'aceto e pan perdu (pane casereccio raffermo ammorbidito con il latte e l'uovo).

Quest' usanza con il tempo passa dai contadini ai borghesi e ai nobili che possedevano le ville in campagna. Lo scrittore Gaetano di Giovanni, autore nel 1889 del libro "Usi, credenze e pregiudizi", racconta: "Il popolo va a fare merenda nelle osterie, nelle vie adombrate da olmi e castagni, i signori si invitano nelle loro ville, e lì fanno delle merende."

Dunque, come dicono i Torinesi, facciamo che andiamo a fare apericena?

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