Piccoli dettagli piemontesi: il ricamo Bandera
Piccoli dettagli piemontesi: il ricamo bandera
A Torino, più in generale al Piemonte, si associano grandi cose come la Mole oppure il suo passato storico da prima capitale italiana. Ma la sua eleganza non si trova solo nei palazzi storici di via Po, bensì anche nei dettagli e nelle minuzie: come può essere un ricamo. Non uno qualsiasi, stiamo parlando del ricamo bandera.
creditis from ricamobandera.com
Si tratta di una tecnica di cucito tipica di Chieri, un comune di 30.000 abitanti poco lontano da Torino che dall' 800 si è specializzato soprattutto nell'industria tessile.
Vera(mente) Torino: gli agnolotti
Vera(mente) Torino: gli agnolotti
La nostra guida Vera ci racconta le caratteristiche e le curiosità della città di Torino
A Torino, ma più in generale in tutto il Piemonte, c'è un primo che vorresti ordinare anche per secondo: stiamo parlando degli agnolotti, una specialità di pasta ripiena tipica del Piemonte e in particolare della zona del Monferrato e delle province di Alessandria e Asti.
Ma scopriamo insieme la storia di questo piatto della tradizione piemontese, partendo dall'origine del nome piuttosto incerta.
Conoscere Frida Kahlo in ciabatte
Conoscere Frida Kahlo in ciabatte
Alla palazzina di caccia di Stupinigi - la residenza dedicata alla caccia e alla feste della famiglia reale dei Savoia, realizzata nel 1729 e situata a 10 km giusti da Piazza Castello - era programmata dal 1 febbraio al 3 maggio 2020 la mostra dal titolo "Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray", organizzata da Next Exhibition e ONO Arte contemporanea. Nickolas Muray è un fotografo ungherese naturalizzato statunitense, ha fotografato personaggi come Greta Garbo e Charlie Charlie Champlin. Si tratta di 60 foto tutte fatte da Muray, anche nei momenti più privati della vita dell'artista messicana Frida, a partire dall'incidente che le cambia la vita.
Credits from Pinterest
All'età di 18 anni, nel 1925, mentre era sull'autobus per tornare a casa da scuola, un tram colpisce in pieno l'autobus: Frida riporta ferite ovunque: la sua colonna vertebrale si spezza in tre punti diversi, anche la gamba sinistra e il piede destro, e il collo. Resta per anni a letto ingessata, ed è li che scopre la passione per l'arte e la lettura.
Vera(mente) Torino: La colazione
Vera(mente) Torino: La colazione
La nostra guida Vera ci racconta le curiosità e le particolarità della città di Torino.
Partiamo dalle cose semplici e quotidiane: la colazione.
A Torino la colazione è dolce, molto dolce. Prendere un caffè è riduttivo: c'è il Bicerin, in dialetto piemontese "piccolo bicchiere". La ricetta è segreta, si conoscono gli ingredienti ma non la loro combinazione: miscela di cacao, caffè e latte intero. Il rituale voleva che i tre ingredienti venissero serviti separatamente. C'erano tre varianti: pur e fior (l'odierno cappuccino), pur e barba (caffè e cioccolato), 'n poc d' tut (ovvero un po' di tutto) con tutti e tre gli ingredienti miscelati. Questa è stata poi la versione ad avere più successo e a prevalere sulle altre. Il tutto veniva accompagnato da dei "bagnati", dolcetti artigianali di ben 14 specie diverse.
Il famoso Bicerin
Facciamo una lista: conosciamo i posti del Piemonte da visitare
Facciamo una lista: conosciamo i posti del Piemonte da visitare
Proseguiamo con la nostra lista delle bellezze storiche e paesaggistiche del Piemonte
Dopo la Sacra di San Michele e le Reggia di Venaria e quella di Stupinigi, scopriamo due forti - ovvero delle costruzioni fortificate più piccole delle fortezze, disposte a guardia di un logico importante e strategico a livello militare - quello di Fenestrelle e quello di Exilles.
Le bambole Lenci alla conquista del mondo
Le bambole Lenci hanno davvero una storia simile.
Una bambola Lenci, credits from Pinterest
Il signor Enrico Scavini chiamava l'adorata moglie Elena Koning con il soprannome Lenci. Ma Lenci non è solo un nomignolo, è anche il nome che la coppia Scavini dà all'azienda che decidono di aprire insieme il 23 aprile 1919, registrando il marchio presso l'ufficio brevetti di Torino. Lenci è anche l'insieme delle lettere iniziali del loro motto latino "Ludus est nobis constanter industria" (il gioco è per noi costante lavoro). Producevano giocattoli, mobili, pupazzi, articoli per la casa, tende, ma anche abbigliamento come cappelli, scarpe, pantofole e cinture.
Il nuovo volto di Torino
Il nuovo volto di Torino
"Nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma." diceva il chimico francese Lavoieser.
Nel DNA di Torino non c'è più solo un passato da prima capitale del Regno d'Italia con annessi palazzi reali o da città industriale con quartieri per operai e le fabbriche della Fiat, ma anche la contemporaneità e l'ecodesign.
Il volto di Torino sta cambiando: i complessi industriali - non più utilizzati - vengono trasformati in officine creative e i vecchi palazzi si fondono con il verde di piante e alberi per combattere lo smog e l'inquinamento della città.
Ma vediamo alcuni esempi di questa trasformazione.
Torino, città del libro
Torino, città del libro
A Torino si associano molte cose: città dell'automobile, città del cinema, del cioccolato, prima capitale d'Italia nel marzo del 1861, ma in molti si dimenticano del matrimonio di lunga data tra Torino e i libri.
Credits Il Salone del libro di Torino
Vediamo insieme la storia di questo patto tra la lettura e la città di Torino.
La lingua piemontese, questa sconosciuta
La lingua piemontese, questa sconosciuta
Alla scoperta di alcune espressioni tipiche piemontesi
Forse vi è capitato di sentire "Hai un chiclets" (pronunciato cicles). Magari, siete rimasti confusi e vi siete chiesti che cosa sia un chiclets.
credits from Pinterest
Stiamo parlando della semplice gomma da masticare americana. Nelle varie regioni italiane d'Italia si dice in diversi modi: ciuìngam in Toscana, gingomma nelle regioni del centro e del sud Italia, in inglese chewing gum.
Torino, città magica
Torino, città magica
Statua della Fede, vicino alla Chiesa della Gran Madre
“Torino è la città più profonda e inquietante, non d’Italia ma nel mondo” così scriveva il pittore Giorgio De Chirico.
La città di Torino è attraversata da misteriose energie. Infatti, è allo stesso tempo il vertice di due triangoli: uno di magia bianca (con Praga e Lione) e uno di magia nera (con Londra e San Francisco). Per scoprire queste curiosità legate alla città di Torino, vengono organizzati due volte a settimana – il giovedì e il sabato – dei tour di Torino Magica. Si parte da Piazza Statuto, ritenuta già dai Romani la porta dell’Inferno. La tradizione vuole che l’angelo in alto sulla statua del Frejus sia Lucifero. Il tour prosegue verso Piazza Solferino, sempre nella parte Ovest della città, non a caso punto cardinale dove tramonta il sole e dunque associato al maligno. Si passa anche in via XX Settembre, dove c’è il Palazzo del Diavolo, oggi una banca, ma a fine Settecento - secondo le leggende torinesi - lì venne uccisa una ballerina, e poi un generale dell’esercito. Fu anche la sede di una delle prime fabbriche di tarocchi – le carte che prevedono il futuro -.
La street art di Torino
La street art di Torino
Torino è una città ricca di musei, per citare solo alcuni dei più famosi ricordiamo il museo del cinema, degli Egizi e del Risorgimento. Ma a volte, non serve un biglietto per vedere un'opera d'arte: basta semplicemente passeggiare per le vie di Torino, dal centro alla periferia, alzare la testa dallo smartphone e notare le pareti dei condomini e dei palazzi e scoprire così che Torino è tra le città al mondo con più opere di street art.
Goal 0, via Luigi Tarino 14
Ma scopriamo il perchè di questi grandi murales in giro per la città: tutto nasce dall'iniziativa del comune di Torino insieme a Lavazza e Asvis (Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile) che hanno lanciato il progetto: "Toward 2030: what are you doing". Vengono coinvolti 18 importanti artisti internazionali di street art che si sono ispirati ai sustainable development goals (i 30 obiettivi sostenibili che le Nazioni Unite cercano di realizzare entro il 2030: come la difesa ambientale, lotta alla povertà e alla fame, istruzione garantita per tutti, energia pulita ecc.) Gli artisti - in due anni di lavoro - si sono ispirati a questi temi e hanno realizzato 18 opere: giganti murales sui muri del centro della città ma anche fino a Barriera di Milano. Ci sono balene fatte di rifiuti che si trovano nei mari, oppure una grande donnola con nelle zampe un topolino. Inoltre, Lavazza ha aggiunto il goal 0: la divulgazione, ovvero far conoscere al maggior numero delle persone queste tematiche di sostenibilità. E quale strategia migliore di metterle sotto gli occhi di tutti con dei grandissimi murales in giro per la città?
Ecco la lista completa con le rispettive vie:
- Goal Zero – via Luigi Tarino 14 – Scultura Bronzea, Storia e Tradizione
- Goal 1 – Lungo Po Antonelli 115 – No Poverty
- Goal 2 – Via Egidi/Piazza Cesare Augusto 7 – Truly Urban Artists
- Goal 3 – Via Berthollet 6 – Come le più belle cose
- Goal 4 – Viale Ottavio Mai/ Lungo Dora Siena – 4Education: The Perfect Circle
- Goal 5 – Corso Belgio 79 – La Città delle Dame
- Goal 6 – Viale Virgilio/Orto Botanico – Lau Hala
- Goal 7 – Corso Moncalieri 47 – Promise
- Goal 8 – Via Giulia di Barolo 3 – Solitary Walker
- Goal 9 – Via Nizza 199 – Progressive technology in your hands
- Goal 10 – Via Plana 10 – Amylum, Triticum &Oryza Sativa
- Goal 11 – Lungo Dora Siena 58 – Cernunnos
- Goal 12 – Via Mantova 29 – Fade
- Goal 13 – Via Parma 24 – The ode of collapse
- 14 – Corso Margherita 140/ Via Cardinale Cagliero 1 – The Rubbish Whale
- Goal 15 – Corso Palermo 40 – La Natura è un insieme vivente
- Goal 16 – Corso Moncalieri 61 – Swimming Towards a New Existence
- Goal 17 – Corso Giulio Cesare 20 – Intrecci
Non resta, come ultimo obiettivo, che trovarli e vederli tutti.
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Vera(mente) Torino: la nascita del pancarrè e dei tramezzini
Vera(mente) Torino: la nascita del pancarrè e dei tramezzini
La nostra guida Vera ci racconta le curiosità e le caratteristiche di Torino
Ormai lo abbiamo capito: ogni cosa qui a Torino - che sia un palazzo, una chiesa, una torta - ha una leggenda con sè. Ciò vale anche per il bauletto di pane conosciuto come pancarrè, nato da un'invenzione dei panettieri di Torino e per i gustosi tramezzini.
Le mostre di questo febbraio a Torino
Le mostre di questo febbraio a Torino
“Dipingere l’Asia dal vero, vita e opere di Arnoldo Henry Savage Landor” al MAO
Foto dal sito del Mao di Torino
Inizia dal 14 febbraio al Mao – Museo d’arte orientale di Torino – la mostra con il titolo “Dipingere l’Asia dal vero, vita e opere di Arnoldo Henry Savage Landor” pittore, scrittore e giornalista.
Il fine della mostra è ricordare quest’artista, un po’dimenticato in questi ultimi anni. Si possono ammirare – provenienti da più collezioni private – circa 130 dipinti e 10 acquarelli e 5 disegni che l’artista anglo-fiorentino ha realizzato nei suoi soggiorni e lunghi viaggi tra Cina, Giappone, Corea, Tibet e Nepal. Alcune opere risalgono anche alla sua adolescenza a Firenze.
Gli orari di visiti sono dalle 10 alle 18, tutti i giorni tranne il lunedì.
Il museo si trova in via San Domenico 11, a cinque minuti a piedi dal mercato di Porta Palazzo.
Il costo del biglietto per la mostra è di 3 euro. Se si decide di visitare anche l’interno museo d’arte orientale, il biglietto costa 12, ridotto 10 euro.
La mostra dura fino al 14 giugno 2020.
Vera(mente) Torino: il grissino
Vera(mente) Torino: il grissino
La nostra guida Vera ci racconta le curiosità e le caratteristiche della città di Torino
Nel XIX secolo, l'imperatore Napoleone Bonaparte crea un servizio di corriera per trasportare unicamente da Torino a Parigi "les petitis battons de Turin", i bastoncini di Torino, conosciuti oggi come i grissini, anche questi frutto dell'inventiva e della creatività piemontese.
Ma scopriamo insieme la storia.
La dolcezza di Torino
La dolcezza di Torino
Prima capitale d'italia, città del cinema, città dell'automobile. Tanti sono gli aggettivi che seguono il nome di Torino. Ci si dimentica del dolce profumo di cioccolato e gianduja che si sente tra gli eleganti palazzi di questa città.
Ma scopriamo insieme da dove proviene questo dolce profumo.
Cosa c'è sotto Torino?
Cosa c'è sotto Torino?
Una galleria sotterranea di Torino
Sono pochi i Torinesi che conoscono cosa c'è sotto i piedi della loro città. Cunicoli, catacombe, cantine, corridoi lunghi e tortuosi: ecco cosa c'è sotto Via Garibaldi, i palazzi e le chiese di Torino. A circa una profondità di 15 km, questi cunicoli sotterranei venivano costruiti - dalla fine del '500 - per collegare zone di Torino distanti fra loro. Queste stradine sono volutamente intricate ed estese per evitare che i nemici si orientassero. Emanule Filiberto di Savoia, nei primi del '700, fece costruire quasi 14 km di galleria sotterranea per combattere il nemico francese. Queste gallerie venivano usate anche per conservare munizioni e la polvere da sparo. Proprio per impedire l'ingresso dei Francesi nel 1706 in città, il soldato Pietro Micca - ricordato come un eroe piemontese, al quale è dedicato il museo civico di Torino - fece esplodere una di queste gallerie, sacrificando la sua stessa vita . Durante la seconda mondiale, i cittadini si rifugiavano lì sotto per proteggersi dai bombardamenti degli aerei nemici. Non solo scopi militari, questi spazi venivano utilizzati per conservare le scorte di cibo, come i grandi magazzini dei nostri supermercati. Sotto il quartiere del Quadrilatero romano e Porta Palazzo - ad esempio - c'è ancora una ghiacciaia, la quale veniva usata per conservare e refrigerare gli alimenti grazie al freddo della neve e del ghiaccio. Si può notare una di queste ghiacciaie al piano terra del Mercato Centrale proprio a Porta Palazzo. Inoltre, durante i restauri della mole antonelliana - simbolo della città - sono state trovate stanze sotterranea con statue e gessi.
Vera(mente)Torino: il San Simone
Vera(mente) Torino: il San Simone
La nostra guida Vera ci racconta le curiosità e le caratteristiche della città di Torino
A Torino è un rituale: a fine pasto non può mancare un bicchierino di San Simone, l'amaro alle erbe. Per il suo profumo intenso, le proprietà benefiche e una lunghissima storia alle spalle, è difficile da essere confuso con qualche altro amaro.
L'amaro San Simone, credits from amarosansimone.com
Ma scopriamo insieme la sua storia, partendo dal nome.
Il mio armadio è bello del tuo
Il mio armadio è più bello del tuo
Quando i re facevano a gara per avere l'ebanista migliore
L' ebanisteria è l'arte di costruire manufatti in legno, in particolare l'ebano, un legno scuro, pregiatissimo e resistente. Vengono realizzati mobili, statue, quadri e altri elementi d'arredo attraverso varie tecniche di lavorazione.
Non stiamo parlando di semplici mobili da salotto, ma di armadi, comodini, tavoli con decorazioni, mosaici, sculture o disegni veri e propri. Oltre al legno - il materiale base su cui avviene la lavorazione - venivano utilizzati ottone e avorio.
Alla corte di Carlo Emanuele III, lavorava Pietro Buffetti, ebanista - artigiano che lavora l'ebano - nato nel 1701 a Torino. Secondo una moda delle corti reali e in particolare in Francia, Pietro Buffetti non veniva solo incaricato di produrre nuove opere, ma anche e soprattutto di mantenere , di conservare "in buono stato" i mobili della corona dei Savoia. Per fare questo lavoro, Pietro Buffetti prendeva uno stipendio annuo di circa cinquecento lire, 250 euro di oggi. Poteva usare questi soldi per comprare anche i materiali come l'avorio, l'ebano, l'ottone, e madreperla e per costruire nuovi mobili. A. Gonzalez Palacios (uno dei più importanti curatori di mostre nei musei del mondo), lo definisce come "maggior ebanista della penisola del Settecento ma anche uno dei più originali protagonisti del supremo arredamento dell'intero mondo occidentale".
CORSO PROPEDEUTICO ALL’ESAME CILS B1 CITTADINANZA
La Legge 132 del 1° dicembre 2018 lega l'ottenimento della cittadinanza italiana al possesso del livello linguistico B1 secondo il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue. L’Università per Stranieri di Siena ha creato un esame di tale livello, destinato proprio a coloro che richiedono la cittadinanza italiana.
Facciamo una lista: conosciamo i posti del Piemonte da visitare
Facciamo una lista: conosciamo i posti del Piemonte da visitare
(quando sarà tutto finito)
Proseguiamo con la lista dei posti del Piemonte da visitare: abbiamo iniziato con la Sacra di San Michele, scopriamo ora la Palazzina di Caccia di Stupinigi, e la Reggia reale di Venaria.
Ma partiamo con la palazzina di Caccia di Stupinigi, situata a Stupinigi come indicato nel nome, a giusti 10 km da Piazza Castello. La sua costruzione inizia nel 1729 e viene affidata a Filippo Juvarra per volontà di Vittorio Amedeo II di Savoia che voleva regalare al figlio Carlo Emanuele III una palazzina per la caccia e per le feste. Nel 1731 avviene infatti la prima battuta di caccia; i lavori comunque vanno avanti fino alla fine del XVIII e sotto la direzione di diversi architetti viene ampliata a arricchita di particolari.
La Palazzina di caccia di Stupinigi
Sono molte le personalità storiche che hanno alloggiato in questa palazzina di caccia: l'imperatore Giuseppe II, lo zarevic Paolo Romanov, e persino Napoleone Bonaparte, precisamente soggiorna a Stupinigi nel 1805, poco prima della sua incoronazione. Inoltre qui, viene celebrato il matrimonio di Vittorio Emanuele II nel 1842. La palazzina nel 1919 viene ceduta allo stato, ma dal 1929 è di proprietà dell'Ordine Mauriziano (un ordine religioso nato del 1573).
Conoscere gli Egizi in ciabatte
Conoscere gli Egizi in ciabatte
Avete mai pensato di poter visitare il museo Egizio da casa sulla vostra poltrona preferita in ciabatte?
Grazie a una nuova tecnologia sviluppata da alcuni studenti del Politecnico di Torino, è possibile fare un tour virtuale del museo egizio - uno dei più antichi al mondo - grazie a una telecamera 360 in grado di produrre gli spazi 3D. Basta semplicemente accedere al sito del museo egizio https://www.museoegizio.it/esplora/mostre/archeologia-invisibile/ e cliccare su Virtual Tour e godersi questa meraviglia comodamente da casa.
Il fatto che uno dei musei più antichi al mondo sugli Egizi si trovi a Torino non è causale.
Secondo alcune leggende, la città di Torino sarebbe stata fondata proprio da un principe egizio di nome Eridano.
Ma scopriamo insieme questa storia.
Gli stili di Torino
Gli stili di Torino
Chi non ha nell'armadio vestiti della madre o del padre e quindi di altri tempi, come jeans a vita alta anni 60 e giacche dalle spalle larghe anni 90?
Torino, come una bella signora, ha un guardaroba ancora più ricco. Basta passeggiare tra un quartiere e l'altro per notare come Torino "si cambi il vestito"; tutto ciò merito delle diverse epoche storiche che l'hanno attraversata.
Si parte dall'epoca Romana. Torino è nata - secondo ultimi studi - il 30 gennaio del 9 a.C., con il nome di Iulia Augusta Taurinorum. Una testimonianza di questo periodo si può osservare - vicino a Porta Palazzo - presso La Porta Palatina, antico ingresso alla città prima che venisse costruita la cinta muraria sul lato Nord. Lì si trova anche una statua di Giulio Cesare, padre adottivo di Augusto, non è originale del periodo romano, ma una ricostruzione dei primi del '900.
Porta Palatina
Successivamente, intorno al '600 Torino - per volontà dei Savoia - si veste con uno stile elegante e fantasioso: stiamo parlando del Barocco. Questa corrente artistica ama rappresentare la meraviglia. Architetti come Il Guarini hanno costruito a Torino seguendo questo stile. Degli esempi? La cappella della Sacra Sindone, la chiesa di San Lorenzo (quella vicino alla piazzetta di Palazzo Reale), e palazzo Carignano, prima sede del parlamento Italiano.
Vera(mente) Torino: le penne Aurora
Vera(mente) Torino: le penne Aurora
La nostra guida Vera ci racconta le curiosità e le caratteristiche della città di Torino
"La penna è la lingua dell'anima" scriveva Miguel de Cervantes. Lo sa bene l'azienda torinese Aurora, produttore di carta, articoli in pelle, ma soprattutto penne stilografiche. Attenzione: non semplici strumenti di scrittura, bensì accessori eleganti e ricercati.
Ma scopriamo insieme la storia di questo brand, un altro esempio della creatività piemontese.
Credits from auroraopen.it
Siamo nel 1919, pochi mesi dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, quando Isaia Levi - un industriale ebraico - apre a Torino la fabbrica italiana penne a serbatoio Aurora. Il nome Aurora simboleggia l'inizio - così come l'aurora segue la notte - di un nuovo giorno dopo la lunga e dolorosa guerra. La fabbrica aveva la sede nel centro storico della città, in via Basilea 9, il quartiere che oggi chiamiamo quadrilatero romano.
Vera(mente) Torino: Gianduja
Vera(mente) Torino: Gianduja
La nostra guida Vera ci racconta le curiosità e le particolarità di Torino
Conosciamo insieme - aprendo la sua carta d'identità - Gianduja, la maschera caratteristica del Carnevale ma anche dello spirito torinese.
Nome: Giôan d'la dôja, in piemontese doja significa il boccale di vino in terracotta da riempire. il tutto venne poi condensato in Gianduja.
10 anni con Ciao Italy: le prospettive del turismo linguistico a Torino
10 anni con Ciaoitaly: le prospettive del turismo linguistico a Torino. Un nuovo volano per lo sviluppo dell'economia in città.
Pasqua ogni giorno: ecco perché nasce l'ovetto Kinder
Pasqua ogni giorno: ecco perchè nasce l'ovetto Kinder
Da piccoli, tutti lo volevamo. Era vicino alle casse del supermercato: piccolo, rotondo, di cioccolato e avvolto in una carta blu e rossa. Forse preferiamo pure mangiare il cioccolato, che avere la sorpresa.
Gli ovetti Kinder, Credits from Pinterest
Stiamo parlando dell'ovetto Kinder, creato per la prima volta in Piemonte nel 1974. Si racconta che Michele Ferrero - figlio di Pietro il fondatore dell'industria Ferrero, con sede ad Alba - nota che i bambini erano molto felici per l'uovo Pasqua e allora dice ai suoi collaboratori - così si narra - di voler dare ai più piccoli "la Pasqua ogni giorno", un versione ridotta dell'uovo pasquale da mangiare sempre.
Vera(mente) Torino: l'aperitivo
Vera(mente) Torino: l'aperitivo
La nostra guida Vera ci racconta le curiosità e le particolarità di Torino
L'aperitivo - o meglio l'apericena - è un rituale al quale i Torinesi sono molto affezionati fin dall'800. Verso l'orario di cena, ci si ritrova in bar e locali per prendere un bicchiere di vino, una birra o un cocktail insieme agli amici, e mangiare qualcosa grazie agli abbondanti buffet che i locali normalmente preparano, offrendo tutto a un prezzo fisso tra i 10 e 15 euro.
Da San Salvario, al Quadrilatero a Piazza Vittorio Veneto, non c'è quartiere di Torino che non rispetti questa tradizione.
Partiamo dalle basi: il drink.
Un tipico aperitivo torinese
Facciamo una lista: conosciamo i posti del Piemonte da visitare
Facciamo una lista: conosciamo i posti del Piemonte da visitare
(quando sarà tutto finito)
Le liste piacciono: perché ci aiutano a organizzare la nostra vita quotidiana, ma anche a programmare il futuro. La lista della spesa, la lista delle cose da mettere in valigia, e la lista dei film da vedere, e dei viaggi da fare. E allora facciamo una lista dei posti più belli e particolari del Piemonte da visitare una volta che sarà finita la quarantena.
Il nostro punto numero uno è la Sacra di San Michele
Vera(mente) Torino: un dolce break
Vera(mente) Torino: un dolce break
La nostra guida Vera ci racconta le curiosità e le particolarità di Torino
Dopo la colazione, magari verso metà mattinata, chi non ha voglia di uno break? A Torino ci sono due dolci opzioni.
La prima sono i giandujotti, cioccolatini a forma di una barca rovesciata avvolti in una carta d'oro o argentata.
I famosi Gianduiotti
Come molti prodotti tipici della città di Torino, la nascita dei gianduiotti si intreccia con la leggenda e la Storia. Durante il blocco economico ordinato da Napoleone per i prodotti dell' industria Brittanica e delle sue colonie nel 1806, i chocolatier torinesi tra cui Michele Prochet decidono di sostituire il cacao - ormai costoso e difficile da trovare - con le nocciole tonde e gentile delle Langhe ( molto più reperibili e a buon mercato).
A matter of wine
Gli studenti di CiaoItaly scoprono la città accompagnati da Vera Okun, la guida turistica della scuola.
Vera(mente) Torino: La bandiera del Piemonte
Vera(mente) Torino: la bandiera del Piemonte
La nostra guida Vera ci racconta le curiosità e le caratteristiche di Torino
Prendete una cornice blu, un rettangolo rosso con sopra un croce bianca e una piccola bilancia blu capovolta e ottenete la bandiera del Piemonte, o meglio il drapo come si dice in dialetto piemontese.
Bandiera del Piemonte, credits from Pinterest
Questa bandiera viene realizzata per la prima volta il 15 agosto 1424 da Amadeo VII, prima Conte di Savoia, e poi il primo ad assumere il titolo di Duca di Savoia. Veniva utilizzata per essere donata al futuro erede al trono.